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Le ombre dell'Ammiraglio - Cap. 10


di matteol77
26.09.2024    |    576    |    0 9.2
""Ma quello non è il ciccione stronzo che puliva cessi all’ufficio postale?" sentì dire a qualcuno..."
Capitolo 10: Dal Cesso alla Cabrio. L'Ascesa Sporca di Ted


Ted sfrecciò per le strade del suo quartiere di merda con la sua nuova Mini Cooper che brillava come un gioiello in un mare di ruggine. Gli sguardi lo seguivano, misti di stupore e invidia.

"Ma quello non è il ciccione stronzo che puliva cessi all’ufficio postale?" sentì dire a qualcuno.

Ted sorrise, aggiustandosi il Rolex al polso. Cazzo se gli piaceva. Ogni occhiata era come una carezza al suo ego gonfio.

"Guardate pure, pezzi di merda," pensò, gonfiando il petto. "Ora sono io quello che se la ride."

Rallentò davanti al bar degli ex colleghi spazzini. Li vide fissarlo a bocca aperta, le birre economiche gocciolavano sulle loro mani callose come lacrime alcoliche di invidia.

"Ehi, palla di lardo!" urlò Big Mike. "Dove cazzo l'hai rubata quella macchina? Dal parcheggio di un centro commerciale per ricchi?"

Ted con un ronzio elettrico abbassò il finestrino, ghignando. "Non l'ho rubata, testa di cazzo. Me la sono guadagnata."

"Guadagnata? Tu?" sghignazzò Johnny Tre Dita, agitando la mano mutilata come una bandiera di derisione. "Come, alla lotteria del culo?"

Una risata generale esplose tra gli spazzini, un coro di scherno che risuonò nel vicolo come l'ululato di una muta di cani randagi.

Ted sentì il sangue ribollirgli nelle vene, un mix tossico di rabbia e vergogna che minacciava di farlo esplodere.

"Ridete pure, pezzi di merda," sibilò. Gli occhi che brillavano di un trionfo malsano. "Mentre voi vi fate scoppiare il fegato con quel piscio che chiamate birra, io mi godo la vita di lusso. E sapete che c'è? Un giorno comprerò questo cesso che chiamate bar, e allora dovrete leccarmi il culo per entrarci! Bastardi!"

Ingranò la marcia della Mini Cooper con forza e andò via sgommando. Il motore ruggì come una bestia affamata mentre le ruote mordevano l'asfalto, lasciando strisce nere di gomma bruciata.

Mentre sfrecciava verso la tana dell'ammiraglio alle note di Taylor Swift, Ted cercò di ignorare la voce che gli ricordava il prezzo di quel "lusso".

La sua bocca sulla mazza del vecchio incombeva ormai come una profezia certa, un destino scritto nelle stelle.

Ma cazzo, le facce di quegli idioti valevano quasi... quasi... quello che stava per fare. Il disgusto si mescolò a una perversa soddisfazione.

"Fanculo," mormorò tra sé, stringendo il volante della Mini. "Fanculo a tutti loro."

Ted accelerò, un ghigno amaro sul volto. Se doveva vendersi l'anima, almeno lo avrebbe fatto con stile.

Sotto casa dell'ammiraglio, scese dalla macchina pavoneggiandosi.

La Mini Cooper rossa luccicava, il Rolex brillava al polso come un faro di vanità e l'iPhone in mano; uno pseudo damerino in un mare di squallore.

Ma sotto quella facciata di successo, Ted sapeva che la vera prova lo aspettava di sopra.

Mentre saliva le scale, il cuore gli martellava nel petto. Era arrivato il momento di pagarne il prezzo.

Continua...
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